L’Etna
La mia seconda vita, impiegata nell’arte enoica, ha varcato nuovi confini quando ho conosciuto l’Etna e la sua terra generosa, selvatica e potente. Ho immediatamente compreso che la difficoltà, nell’investire in questo territorio, sarebbe stata ancor più ardua: le pendici del vulcano siculo hanno una viticoltura a sé, una tradizione enologica propria che avrei dovuto rispettare, ossequiando una tradizione che non mi appartiene e contribuendo ad essa, al contempo, con il valore aggiunto di un barolista piemontese. Dando, senza togliere. Ho accettato la sfida, scorgendo quello che sarebbe diventato il mio diamante grezzo a Castiglione di Sicilia, nella contrada di Montedolce/Solicchiata, sul versante nord-est del grande vulcano: lì prendono vita i miei vini siciliani, ispirati all’Etna e al mare. Lì sprigionano calore e lucentezza, forza ed eleganza il Nerello Mascalese (o Negrello) vitigno autoctono nonché principe dell’Etna Rosso DOC, e il Carricante, bacca bianca di antichissime origini, storicamente coltivata in provincia di Catania, che ristabilisce ogni prospettiva sul “vino bianco”, rappresentandone l’alternativa intensa, strutturata e longeva.