I miei vini piemontesi nascono a Serralunga d’Alba, dove il Nebbiolo trova la sua massima vocazione e la meravigliosa sinergia tra uomo e vigna che è valsa alle Langhe, al Roero e al Monferrato il titolo di Patrimonio Immateriale dell’Unesco raggiunge la sua espressione più paradigmatica. Qui, anni fa e non senza fatica, ottenni il privilegio di acquisire alcune parcelle di terreno dalla vocazione vitivinicola eccellente: le Cru Cerretta e Prapò. Esposte a sud-est, le due Menzioni Geografiche Aggiuntive di cui oggi mi faccio portavoce e mecenate, rappresentano al meglio la complessità dei Barolo, rigorosamente al plurale. Nonostante la loro prossimità territoriale, esprimono con l’invecchiamento e fin dal terroir caratteristiche sensibilmente differenti: il suolo argilloso- calcareo del vigneto Cerretta fa della finezza e della suadenza le sue note distintive, tra ciliegie, sottobosco e liquirizia, mentre dall’appena mezzo ettaro di Prapò, a un’altitudine di poche decine di metri superiore, ottengo un Barolo più austero e imponente, di matrice calcarea e dalla lunghissima persistenza, la speziatura che affianca con severa eleganza il sentore di violetta tipico del vino. Due virtuosismi che tra loro si specchiano, simili e opposti, tratteggiando insieme al Nebbiolo DOC, forma più semplice e pura di Piemonte firmato Bugia Nen, la mia idea di Langa. Poche bottiglie e tre visioni dalla mia piccola, magnifica terra.